Avanguardia primitiva

L’Avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaré.

 

Il volume cerca di delineare il profilo di Alessandro Passaré collezionista sullo sfondo della Milano del secondo dopoguerra. È in quel contesto, infatti, che il medico milanese si innamora prima dell’arte dei suoi contemporanei, con aperture verso l’arte europea ed extraeuropea in cui già si poteva presentire, forse, quel gusto del “primitivo” che avrebbe procurato in lui un vero e proprio “mal d’Africa”. Passare dall’arte contemporanea alle arti primarie, dunque, poteva costituire una migrazione naturale: ai suo occhi, probabilmente non si trattava di cose distanti ma solo di una dialettica fra arte d’avanguardia e una “avanguardia primitiva”. Sulle pareti della sua abitazione Passaré mette in atto il dialogo fra moderni e primitivi, fra i collage di Baj, i segni di Tancredi e le maschere africane, fra la combustione di Burri e i piccoli totem. Ed è all’insegna di questa sinergia, mettendo in luce i lati arcaici (o ancestrali) del moderno, che si chiude il suo lungo percorso nel secondo Novecento, guardando al mondo intero a partire da Milano.

 

Copertina morbida: 192 pagine

Stampa : colori e bianco e nero, illustrato

Editore: Scalpendi Editoreé (Genn. 2014)

Curatore: Luca Pietro Nicoletti

Testi: Ivan Bargna, Sara Chiesa,  Luca Pietro Nicoletti, Carolina Orsini

Testimonianze: Sergio Dangelo, Sergio D’Asnasch, Giorgio Salsi, Antonio Paradiso

Lingua: Italiano/ Inglese